licenziamento del dipendente - You' ve been fired

Legittimo il licenziamento del dipendente infedele che, assente per malattia, viene pizzicato dall’investigatore privato a lavorare in nero nel bar della moglie

Legittimo il licenziamento del dipendente infedele che, assente per malattia, viene colto dall’investigatore privato a lavorare in nero nel bar della moglie. 

A confermarlo è la Corte di Cassazione con la sentenza 586 del 2016, Sezione Lavoro, del 14/10/2015, depositata il 15/01/2016.

Operaio ausiliario, assente per malattia, il dipendente infedele viene colto a svolgere attività lavorativa a favore di terzi, più precisamente a favore della moglie, titolare di un bar. Il provvedimento che l’Azienda datrice di lavoro ha deciso di adottare, legittimamente, nei confronti del lavoratore in nero è il licenziamento.

Nonostante il lavoratore obietti la legittimità del provvedimento adottato, i giudici di merito ritengono corretto il licenziamento ed indiscutibile la condotta tenuta dal dipendente infedele, anche perché provata da un investigatore privato, su specifico e regolare mandato di incarico rilasciatogli dal datore di lavoro.

Del medesimo parere dunque sia il Tribunale che la Corte d’Appello e la Cassazione.

Il licenziamento del dipendente infedele è legittimo e definitivo.

Nonostante l’ormai ex dipendente avesse fatto rimando alla sindrome ansioso – depressiva di cui sarebbe stato affetto, al fatto che fosse consigliabile “l’uscita da casa e la frequentazione del bar della moglie”, il licenziamento è stato comunque ritenuto legittimo grazie alla testimonianza giurata resa dall’investigatore privato della “società investigativa incaricata dalla società datrice di lavoro”.

Il pedinamento del dipendente assente per malattia, da parte dell’investigatore privato autorizzato, ha permesso di appurare come il medesimo espletasse un secondo lavoro in nero nel bar della consorte, constatando altresì lo “svolgimento, costante e non episodico, di attività lavorativa” a favore di terzi, durante il periodo di assenza per malattia. Tale grave condotta tenuta dal dipendente giustifica il provvedimento adottato dal datore di lavoro, che ha legittimamente licenziato per giusta causa il lavoratore infedele.

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2 thoughts on “Legittimo il licenziamento del dipendente infedele pizzicato a lavorare in nero”

  1. Peccato che certe sentenze dimostrino sempre più i vulnus in certi ambiti.
    Spiegomi: come mai una volta acclarato il dolo del dipendente, la Giustizia non valuta provvedimenti anche nei confronti di quel medico, che con notevole facilità, ha espresso sindromi ansioso-depressive?
    Sulla base di quali risultanze si possono emettere simili diagnosi?
    E qua il discorso si potrebbe allargare altresì… ad altri casi, di medici che firmano invalidità inesistenti, creando di riflesso, danni alla collettività…

    1. A nostro avviso, la sentenza evidenzia la legittimità del licenziamento inflitto ad un dipendente che, in malatttia, prestava attività lavorativa a favore di terzi, al di fuori di ogni regola di legge juslavorativa. Allo stato, nessuno ha messo in discussione il fatto che il dipendente fosse o non fosse realmente ammalato.

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