NPL

NPL, Non Performing Loans, cosa sono?

NPL, acronimo della locuzione inglese “non performing loans”, è traducibile in italiano con “prestiti non performanti” ed evidenzia un prodotto finanziario derivante da crediti bancari (mutui, finanziamenti, prestiti) la cui riscossione è incerta, sia in termini temporali che di quantità.

Gli NPL oggi

Gli NPL possono essere la diretta conseguenza di una situazione economica avversa, ma anche di una valutazione inefficiente da parte del creditore.

In particolare, gli NPL rappresentano assets che non sono più in grado, momentaneamente o quasi definitivamente, di ripagare gli interessi dovuti al creditore.

Gli NPL vengono anche chiamati, nel linguaggio bancario comune, crediti deteriorati, stante la loro perdita di valore, e si distinguono in categorie, in base al loro grado di deterioramento: all’ammontare dell’esposizione, alle difficoltà del debitore ed alle loro scadenze.

In applicazione del regolamento UE n. 227/2015, la Banca d’Italia ha previsto una classificazione dei crediti deteriorati, che vengono suddivisi in tre categorie:

  • esposizioni scadute e/o esposizioni sconfinanti deteriorate
  • inadempienze probabili
  • sofferenze nette e sofferenze lorde

Le esposizione scadute e/o sconfinanti deteriorate

Le esposizioni scadute e/o sconfinanti deteriorate sono esposizioni, diverse da quelle classificate tra le sofferenze o le inadempienze probabili, che sono scadute e/o sconfinanti da oltre 90 giorni e superano una prefissata soglia di materialità.

Le inadempienze probabili

Le inadempienze probabili, in inglese “unlikely to pay“, sono crediti per i quali la banca giudichi improbabile che, senza il ricorso ad azioni quali l’escussione delle garanzie, il debitore adempia integralmente alle sue obbligazioni creditizie. Quando si parla di non adempienze ci si riferisce sia al capitale che agli interessi (o ad entrambi).

Sofferenze nette e sofferenze lorde

Le sofferenze sono crediti dalla riscossione incerta a causa di uno stato di insolvenza del debitore finanziato. L’insolvenza non necessariamente è intesa in chiave processuale, o dichiarata processualmente, ma anche presumibile da comportamenti del debitore che facciano pensare alla ormai prossima insolvibilità futura.

Di fronte a crediti di questo tipo l’ente creditizio è portato, necessariamente, a mettere da parte delle somme, delle riserve, a copertura del credito che si presume non riscuotibile.

Secondo i dati ufficiali della Banca d’Italia, che aggiorna puntualmente il dato sulle sofferenze tramite il suo bollettino mensile, in Italia lo stock di crediti appartenenti a questa categoria è pari a circa 200 miliardi di euro (dato di agosto 2016). Questa cifra – pari a circa il 15% dello stock dei crediti – è riferita alle sofferenze lorde.

I bilanci delle banche evidenziano però anche un altro dato relativo alle sofferenze, ossia quello relativo alle sofferenze nette. Queste ultime sono computate al netto dell’ammontare complessivo stimato delle perdite di valore. Gli ultimi dati sul sistema bancario quantificano le sofferenze nette in una novantina di miliardi di euro.

I crediti forborne

Accanto alle precedenti tipologie di non performing loans le autorità di vigilanza europea hanno introdotto un’ulteriore definizione, quella di crediti oggetto di concessione (forborne exposures). Si tratta di crediti (in bonis o deteriorati) oggetto di concessioni (in inglese “forbearance“) da parte della banca. Tali concessioni (ad esempio una riduzione del tasso di interesse del finanziamento oppure un allungamento della durata del finanziamento) costituiscono delle modifiche alle originarie condizioni contrattuali della linea di credito che la banca concede all’impresa cliente. Tali misure di forbearance possono essere:

  • forborne performing exposures, se riguardano clienti performing in difficoltà finanziaria
  • non performing exposures with forbearance measures, se riguardano clienti classificati in stato di deterioramento.

La definizione di “forborne” non sostituisce le esistenti categorie di attività deteriorate, ma si pone come strumento informativo addizionale.

A seguito delle nuove disposizioni le nozioni di crediti incagliati e di crediti ristrutturati sono state abrogate.

Per sorvegliare il rischio a livello nel sistema bancario la Banca d’Italia, che vigila sulla sana e prudente gestione delle aziende di credito, ha creato la Centrale dei Rischi, un archivio nel quale confluiscono le posizioni debitorie di ogni soggetto nei confronti di tutti gli intermediari, permettendo per ogni debitore il calcolo della posizione globale di rischio e consentendo agli uffici di vigilanza di Bankitalia di monitorare la stabilità del sistema creditizio ed agli intermediari di controllare la solvibilità dei clienti, prima di fare affidamenti, per evitare di fare credito a soggetti già insolventi od eccessivamente esposti.

In questo scenario, ServiziAvvocatiAziende, in partnership con Servizisicuri.com, offre ogni strumento informativo investigato mirato ad una ottimale gestione dei crediti NPL.

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