informazioni investigate

Le informazioni investigate e il loro ruolo strategico

Inutile negarlo: le informazioni commerciali, in particolare se investigate, hanno un ruolo strategico in ogni fase del recupero crediti, in particolare in quella giudiziale.

Le indagini patrimoniali per recupero crediti, le c.d. informazioni investigate, trovano applicazione nel momento in cui il creditore vuole recuperare i propri soldi attraverso il pignoramento dei beni (mobili o immobili) intestati al debitore.

Le informazioni investigate finalizzate al recupero del credito oltre a contenere dati provenienti da fonti pubbliche, anche a pagamento, come le Camere di Commercio, i Tribunali, le Conservatorie… prevedono una serie di verifiche e di controlli incrociati aggiuntivi, solitamente riguardanti (per quanto concerne le persone fisiche) la reperibilità, il domicilio di fatto, le fonti di reddito e l’attività lavorativa effettivamente esercitata; la reperibilità, l’operatività di fatto, l’andamento, l’esposizione debitoria e contenziosi (per quanto concerne le persone giuridiche).

Le informazioni commerciali per recupero crediti possono spaziare dai rintracci anagrafici dei debitori, ai loro recapiti telefonici, al posto di lavoro dei debitori, agli istituti di credito ove i debitori intrattengono rapporti di conto corrente.

Tenuto conto che sono di cruciale importanza tutte le fasi che precedono l’invio del decreto ingiuntivo, pertanto l’esecuzione del pignoramento vero e proprio, le ricerche limitate alle sole fonti pubbliche potrebbero non essere assolutamente esaustive e compromettere l’avvio o l’esito dell’azione di recupero crediti.

Per recuperare un credito, infatti, è consigliabile commissionare diverse ricerche di beni utilmente aggredibili o di “pronto realizzo”, in primis proprietà immobiliari o automobili intestate al soggetto debitore. Oltre ai beni catastali e ai veicoli, per debiti in capo a persone fisiche è possibile procedere all’individuazione di somme di denaro percepite a titolo di stipendio o pensione, da sempre tra i beni più facilmente aggredibili. Da qui, l’azione legale può proseguire e prendere forma nel pignoramento.

Prima di arrivare all’effettivo pignoramento, dunque, è consigliabile che il creditore e il suo Avvocato di Fiducia siano a conoscenza dei dati certi per recapitare la notifica dell’atto di precetto, sia al debitore che all’eventuale soggetto terzo pignorato, nonché per individuare con assoluta certezza il Tribunale competente.

In ogni caso, i dati anagrafici insieme a quelli di residenza e domicilio sono di basilare importanza, per garantire la ricezione delle comunicazioni inerenti al recupero crediti in atto. Altrettanto utili si rivelano le informazioni circa il posto di lavoro – alle dipendenze o autonomo – e l’eventuale stima del reddito annuo percepito dal soggetto debitore. Grazie a questi dati, infatti, si può attivare direttamente il pignoramento in busta paga, il pignoramento presso terzi.

Rintracciato il posto di lavoro del debitore, il datore di lavoro riceve copia della notifica di pignoramento presso terzi. A questo punto è suo dovere comunicare al soggetto creditore la situazione economica del dipendente debitore. Infine, dopo l’autorizzazione a procedere, da parte del Tribunale civile, il datore di lavoro stesso dovrà trattenere al proprio dipendente le somme inserite nell’atto di notifica del pignoramento dello stipendio, fino alla completa estinzione del debito e nei limiti del pignoramento del quinto dello stipendio stesso.

Nel caso in cui il dipendente cambi posto di lavoro, la procedura di recupero crediti presso terzi si interrompe. È necessario inviare una nuova notifica al nuovo datore di lavoro, così proseguirà il pignoramento sulle somme dello stipendio.

Nel caso di pignoramento dello stipendio, è chiaro che non tutte le somme sono pignorabili e comunque non lo sono nella loro interezza. Le forme di pignoramento presso terzi sono altresì regolate dall’articolo 543 del Codice di Procedura Civile.

Per la normativa vigente, la modalità di pignoramento va indicata nell’atto di notifica, così che anche il debitore sappia se le somme verranno bloccate direttamente dall’azienda oppure pignorate sul conto corrente.
Nel caso di recupero crediti presso il datore di lavoro, si può procedere al recupero della cifra purché si rientri nel già citato limite di un quinto dello stipendio percepito, calcolato sull’importo netto.
Oltre a ciò, è dovere del creditore garantire al debitore di disporre dell’importo minimo vitale, ovvero il necessario al sostentamento della propria famiglia.

Se la scelta ricade sul pignoramento del conto corrente, a livello di avvio e notifica non ci sono sostanziali differenze. Cambiano, però, i limiti entro cui si determina il recupero delle somme, che corrispondono al triplo dell’assegno sociale se lo stipendio è accreditato prima del pignoramento. Se l’accredito avviene successivamente, vale il limite del quinto dello stipendio (fino a metà, se le cause di pignoramento provengono da diverse tipologie di creditori).

In materia di recupero crediti, le informazioni investigate sono una risorsa concreta per poter verificare l’effettiva recuperabilità di un insoluto. A maggior ragione in un periodo in cui i cambiamenti sono all’ordine del giorno e i dati sul debitore potrebbero risultare superati, irreperibili o – peggio – inutili.
In generale, a un maggior approfondimento delle valutazioni corrisponde spesso il buon esito dell’azione da intraprendere. A monte dell’azione legale, individuare tempestivamente le informazioni necessarie e aggiornate sul debitore permette di ripensare le azioni per il recupero del credito in termini di efficacia e convenienza.

ServiziAvvocatiAziende, in partnership con Servizisicuri.com, offre da sempre tutte le informazioni investigate indispensabili per un recupero crediti soddisfacente.

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